Prima le sepolture si effettuavano all’interno delle chiese o, in tempi ancora più remoti, nelle catacombe
Quando nascono i cimiteri come li conosciamo oggi? Un tempo i morti venivano sepolti in necropoli, piramidi o catacombe; di queste ultime abbiamo ancora oggi esempi a Roma, con cunicoli che si snodano sotto le strade della Capitale.
Solo nel IX secolo fu permessa la sepoltura all’interno della città, fino a quel momento vietata per motivi igienici e religiosi. Nel Medioevo furono concesse le sepolture all’interno delle chiese, ma la nascita dei cimiteri moderni viene fatta risalire al 1804, quando Napoleone Bonaparte emanò l’Editto di Saint Cloud regolando le strutture che conosciamo noi oggi. Inizialmente le tombe dovevano essere tutte uguali e costruite fuori dalle mura cittadine. Con la caduta dell’impero napoleonico, nella prima metà dell’800 nascono in Francia i primi cimiteri monumentali, che consentivano anche la personalizzazione delle tombe e delle lapidi.
Tra i più famosi cimiteri monumentali ci sono senza dubbio il cimitero di Père-Lachaise e quello di Montparnasse a Parigi, il Dorotheenstadtischer Friedhof di Berlino, il San Isidro di Madrid, il Kerepesi Temeto di Budapest, il Brompton Cemetery a Londra.
In Italia abbiamo il Cimitero della Certosa di Bologna, ritenuto uno dei più antichi e belli d’Europa, quello monumentale Vantiniano a Brescia, il cimitero del Verano a Roma e il cimitero monumentale di Messina.