La signora Erminia morta sulla tomba del marito il giorno di San Valentino. «Ho fatto il possibile per salvarla, veniva tutti i giorni per una preghiera»

«Quella signora era molto gentile. La conoscevo bene, veniva spesso a chiedere informazioni e quando usciva come ringraziamento mi lasciava anche qualche caramella». Roberto Bordini ancora si commuove quando ricorda Erminia Dossi, morta il giorno di San Valentino mentre faceva visita alla tomba del marito. «Con lei c’era un rapporto particolare, chiedeva spesso delle indicazioni e conosco bene anche i figli, che si preoccupavano per lei e mi tenevano aggiornato sulle sue condizioni. Con queste persone che frequentano quotidianamente la struttura si crea anche un legame affettivo».

Della signora Erminia si sono occupati tutte le testate nazionali: il 14 febbraio è mancata proprio mentre era a visitare la tomba del marito, come faceva tutti i giorni da tantissimi anni, al cimitero di Treviglio. «Penso fosse morto da almeno trent’anni. Io lavoro qui da due e la vedevo quotidianamente. So anche che da qualche tempo aveva cambiato casa e abitava proprio in una via vicina al cimitero per non dover percorrere troppa strada quando portava i fiori e veniva a dire una preghiera».

In realtà come quella di Treviglio il rapporto fra gli operatori cimiteriali e gli utenti è strettissimo. «Ci conosciamo tutti, se qualcuno ha bisogno viene da me o dai miei colleghi e facciamo l’impossibile per aiutarli». Roberto ha parlato anche con i figli della signora Erminia riuscendo a ricostruire quello che potrebbe essere successo. «Mi hanno spiegato che nei giorni precedenti la vedevano molto affaticata. Purtroppo anche io da ragazzo ho avuto problemi di cuore, mi hanno salvato in extremis e penso che questi potessero essere allarmi di un danno cardiaco».

Si ricorda nei dettagli cosa è successo quella mattina del 14 febbraio. «Avevo appena iniziato il mio turno quando è arrivata una signora segnalandoci che c’era una persona a terra. Io e il mio collega siamo corsi immediatamente sul posto e mentre arrivavamo ho chiamato il 118 per allertare i soccorsi, come ci è stato spiegato di fare. Poi l’operatore ci ha guidato in tutte le procedure da svolgere in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, abbiamo anche effettuato il massaggio cardiaco ma purtroppo non è servito».

Roberto comunque ha ricevuto i ringraziamenti per aver fatto il possibile anche se la situazione era già definita. «Sono ancora scosso per quello che è successo perché è una signora che conoscevo e con cui parlavo quasi tutti i giorni. Mi è davvero dispiaciuto tantissimo ma purtroppo anche se siamo arrivati immediatamente non c’era più nulla da fare».